Conosciamo, ancora poco sull’economia romana, comunque si sa che si basava su un’economia di sussistenza.
Sicuramente i romani praticavano l’agricoltura e l’allevamento del bestiame: “denaro” si dice in latino pecunia, che significa “bestiame, gregge, pecora”.
Ciò significa che le pecore erano i beni di maggiore valore. Per la sua posizione geografica, al centro di intensi traffici mercantili, Roma divenne abbastanza presto una ricca città commerciale.
Le grandi navi fenicie, greche o etrusche scaricavano alla foce del Tevere molte merci, che venivano poi trasferite su barconi adatti alla risalita del fiume fino a Roma.
I ponti costruiti sul Tevere non consentivano lo scarico delle merci via terra, fra le città latine, quelle etrusche e quelle greche.
Così sale, grano, pelli, lana, metalli, ceramiche, armi, legname, tessuti, spezie, olio d’oliva venivano acquistati e venduti al grande mercato romano.
Essi producevano vari tipi di manufatti come stoffe, vetri, vasi, armi, ecc.
La prima moneta romana fu costituita da piccoli lingotti di rame, marcati da un apposito segno, e solo più tardi vennero realizzate monete vere e proprie coniate in forma rotonda, sempre di rame un metallo abbastanza economico.
Monete d’oro e d’argento vennero coniate più tardi a partire dal periodo repubblicano e soprattutto durante il periodo imperiale.
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